Manutenzione caldaia: come, quando e perché

Far eseguire da un tecnico specializzato la manutenzione della caldaia è un obbligo di legge. La normativa vigente ne regola anche la frequenza, in base al tipo di impianto e alla sua obsolescenza: in questo articolo vi spiegheremo nel dettaglio come, quando e perché effettuarla.

Perché è obbligatorio effettuare la manutenzione della caldaia

L’obbligo di verificare il corretto funzionamento della caldaia è stato reso legge per prevenire il rischio di incidenti e anomalie.
Detenere un impianto a norma implica anche un mantenimento ed un costante miglioramento dell’efficienza energetica di tutto il sistema: garantisce quindi vantaggi sia economici che ambientali.
Da luglio 2013 è entrata in vigore la normativa relativa ai controlli per le caldaie, D.P.R. 74/2013: la periodicità della verifica dell’impianto e della manutenzione non è più annuale ma deve essere effettuata conformemente alle prescrizioni e con la periodicità indicate direttamente nel libretto di istruzioni tecniche.
Nel caso in cui non si è in possesso di queste informazioni, è consigliabile affidarsi alle disposizioni fornite dal tecnico che ha installato la caldaia.

Come viene eseguita la manutenzione della caldaia?

La revisione della caldaia consiste in una serie di test diagnostici volti a valutare in modo approfondito lo stato generale dell’impianto, verificando il corretto funzionamento di ognuna delle sue componenti. L’obbiettivo è scongiurare qualsiasi anomalia o guasto.
Va effettuata sotto la supervisione di un tecnico specializzato, che eseguirà, al termine del checkup, un intervento di pulizia dell’impianto.

Differenza tra manutenzione e controllo dei fumi

Va distinto dalla manutenzione il controllo dei fumi, che si riferisce all’analisi della combustione e ha lo scopo di comprovare la sicurezza e l’efficienza energetica dell’impianto. Attraverso questa verifica è possibile determinare i valori di tiraggio della caldaia, la regolazione del bruciatore e la temperatura dei fumi di combustione, misurando anche i valori inquinanti di CO e CO2.
Mentre la manutenzione ordinaria della caldaia non ha precise disposizioni temporali per legge, il controllo dei fumi ha una precisa cadenza, che varia in base alla tipologia di impianto che si possiede e al combustibile utilizzato.

Nello specifico, il controllo dell’efficienza energetica va effettuato:

  • ogni anno, nel caso di impianti termici a combustibile solido o liquido di potenza superiore a 100kW;
  • ogni 2 anni, nel caso di impianti termici a combustibile liquido o solido di potenza superiore a 10 kW ma inferiore a 100 kW;
  • ogni 2 anni anche per quegli impianti a gas metano o GPL, di potenza superiore a 100kW;
  • ogni 4 anni per gli impianti a gas metano o GPL di potenza inferiore a 100kW.

A chi spetta la manutenzione della caldaia?

La manutenzione tecnica ordinaria della caldaia spetta all’inquilino, come la sostituzione dei componenti soggetti ad usura e logorio, la certificazione di conformità obbligatoria per legge, tutti gli adempimenti previsti dal libretto ed il pagamento della tassa alla ASL. Spettano, altresì, all’affittuario anche gli interventi tecnici per la pulizia ordinaria dell’impianto, dei filtri e degli ugelli con relativo controllo dei fumi.
Le spese relative al rifacimento dell’impianto e la sua ristrutturazione, invece, sono a carico del proprietario dell’immobile, mentre quelle legate a guasti causati da un uso improprio dell’apparato, assenza di manutenzione e negligenza, sono a carico dell’affittuario.

Quanto costa e quali sono le sanzioni in cui si incorre per il mancato controllo obbligatorio dell’impianto?

Riguardo i costi della manutenzione, per quella ordinaria si oscilla tra i 70 e i 120 euro, mentre per il controllo dei fumi l’entità della spesa varia tra i 40 e i 70 euro.

Qualora non fossero stati effettuati gli esami obbligatori per legge, si rischia di incorrere in sanzioni amministrative: da 50 a 200 euro in caso di irregolarità o mancata revisione della caldaia, da 500 a 600 euro in assenza di libretto regolamentare e da 500 a 3000 euro per mancato controllo del rendimento riguardante la combustione. A quest’ultima sanzione va aggiunto il rimborso dovuto alle spese di verifica.

Quali sono i rischi di una mancata manutenzione della caldaia?

Un controllo puntuale dell’impianto termico tutela da una serie di rischi legati ad eventuali anomalie e malfunzionamenti che possono essere di varia natura ed entità. Nello specifico:

  1. Perdita di gas: nel caso in cui l’impianto sia alimentato a gas, metano o gpl, può avvenire una perdita di gas che può causare intossicazione o lo scoppio della caldaia;
  2. Monossido di carbonio: un eventuale intasamento dei tubi di scarico può provocare la produzione di CO, gas altamente tossico;
  3. Fulminazioni o incendi, provocati da corto circuiti degli impianti elettrici che alimentano la caldaia.

I vantaggi che si ottengono facendo compiere una manutenzione puntuale e costante dell’impianto da un tecnico specializzato riguardano non solo il livello di sicurezza personale, ma garantiscono una riduzione dei consumi (beneficiando al portafogli e all’ambiente), evitando inoltre di incorrere in sanzioni.