In un mondo che sta evolvendo verso una maggiore attenzione alla parità di genere, anche il linguaggio gioca un ruolo cruciale nel promuovere l’inclusività e nel costruire un ambiente più equo per tutti. GTP, azienda certificata per la parità di genere, ha deciso di fare della comunicazione uno degli strumenti principali per sensibilizzare su questo tema. Con l’obiettivo di favorire un linguaggio ampio e inclusivo, GTP ha adottato una politica di comunicazione esterna che riflette questi valori. Per approfondire il legame tra parità di genere e linguaggio inclusivo, ospitiamo oggi nel nostro blog Andrea Pietropaoli, CEO di Mug Agency ed esperto in comunicazione e linguaggio, che condividerà la sua visione su come le parole possano contribuire a cambiare la realtà.
In che modo il linguaggio contribuisce a plasmare la realtà e a perpetuare o superare gli stereotipi di genere?
Il linguaggio non è neutrale: è uno specchio della cultura che lo utilizza. Espressioni e termini ricorrenti possono rafforzare visioni stereotipate, perpetuando l’idea che certi ruoli siano intrinsecamente legati al genere. Ad esempio, dire “donna al volante, pericolo costante” non è solo un luogo comune, ma un’affermazione che perpetua l’idea che le donne siano meno capaci alla guida. Al contrario, un uso consapevole e inclusivo del linguaggio può sfidare questi stereotipi, promuovendo una visione più equa e rispettosa.
Ci sono esempi di espressioni comuni che ritieni particolarmente dannose in termini di stereotipi di genere?
Espressioni come “sii uomo” o “questo è un lavoro da donna” sono particolarmente problematiche. La prima associa la forza e la resilienza esclusivamente al maschile, mentre la seconda sminuisce il valore di certe professioni, spesso legate alla cura, dipingendole come meno prestigiose. Anche il maschile sovraesteso (“gli avvocati” per riferirsi a uomini e donne) cancella la presenza femminile, contribuendo a una visione sbilanciata della realtà.
Come il linguaggio inclusivo può aiutare a combattere i bias cognitivi che influenzano il nostro modo di pensare e agire?
Un linguaggio inclusivo spinge a riflettere su come percepiamo il mondo e su quali pregiudizi influenzano il nostro pensiero. Usare termini neutri o includere entrambi i generi (“gli architetti” e le architette”) rende visibili categorie che spesso vengono date per scontate o ignorate. Questo processo aiuta a ridurre i bias cognitivi, promuovendo un approccio più equilibrato e consapevole nelle relazioni interpersonali e professionali.
Quali strategie suggeriresti per utilizzare un linguaggio inclusivo nelle aziende e nei contesti professionali?
La formazione interna è sicuramente il primo passo per sensibilizzare il team aziendale. Suggerisco di organizzare workshop sul linguaggio inclusivo per sensibilizzare tutto il personale.
Anche creare un glossario interno con esempi di termini inclusivi e di espressioni da evitare è un buon modo per comunicare al proprio personale della scelta aziendale. Inoltre, suggerisco di utilizzare sempre il genere corretto per titoli e ruoli (es. “la direttrice”, “il presidente o la presidente”) e adottare una scrittura inclusiva nei contratti, nei manuali e nella comunicazione interna.
Il maschile sovraesteso è una convenzione profondamente radicata nella lingua italiana. Quali alternative esistono per superare il maschile universale?
Esistono diverse soluzioni per evitare il maschile sovraesteso:
- Duplicazione: “Le studentesse e gli studenti”.
- Uso di termini neutri: “Il personale” invece di “i dipendenti”.
- Schwa (ə) o asterisco (*): soluzioni sperimentali che abbracciano tutte le identità di genere, ad esempio “architettə”. Anche se queste alternative non sono ancora pienamente accettate, rappresentano passi importanti verso una maggiore inclusività.
Come le aziende possono contribuire alla diffusione di un linguaggio inclusivo e, più in generale, alla parità di genere?
Le aziende ricoprono un ruolo fondamentale nel promuovere il cambiamento verso una società più inclusiva e paritaria, e questo include anche la diffusione di un linguaggio che rispetti e rifletta le diversità. Un primo passo significativo che le aziende possono fare è quello di dare l’esempio, adottando una comunicazione interna ed esterna che sia consapevole e inclusiva. Questo significa scegliere con attenzione le parole, evitando stereotipi e bias, e cercando di abbracciare tutte le identità e i generi, non solo quelli maggioritari.
Inoltre, le aziende possono contribuire in modo concreto alla parità di genere implementando politiche di diversity e inclusion che non si limitano solo alla rappresentanza, ma che si riflettono anche nei valori aziendali e nelle pratiche quotidiane. Creare ambienti di lavoro inclusivi e rispettosi favorisce il benessere di tutte le persone che vi partecipano, e permette a tutto il personale di esprimersi liberamente senza timore di essere discriminato o emarginato.
Oltre a queste azioni interne, le aziende hanno anche l’opportunità di sensibilizzare il pubblico attraverso campagne di comunicazione che promuovano la parità di genere, coinvolgendo attivamente clienti, partner e la comunità in generale.
Infine, lavorare con professionisti e professioniste del settore consente di sviluppare approcci più informati e mirati, garantendo che le politiche adottate siano davvero efficaci e rispondano alle reali necessità di cambiamento.
Qual è il valore aggiunto, in termini di benessere e produttività, per le aziende che adottano pratiche di inclusività linguistica?
Un linguaggio inclusivo crea un ambiente di lavoro più accogliente e rispettoso, dove ogni persona si sente rappresentata. Questo aumenta il senso di appartenenza, riduce i conflitti e favorisce la collaborazione. Sono ormai molti gli studi che dimostrano che team diversificati e inclusivi sono più innovativi e produttivi.
Qual è il messaggio principale che vorresti lasciare a chi ci legge, riguardo l’importanza del linguaggio nella costruzione di una società equa?
Le parole sono strumenti potenti: con esse possiamo costruire muri o ponti. Scegliendo un linguaggio inclusivo, non stiamo solo migliorando il modo in cui comunichiamo, ma stiamo contribuendo a creare una società più equa, rispettosa e giusta per tutti e tutte. Il cambiamento inizia da ciò che diciamo ogni giorno.
Per richiedere l’avvio del processo che porta alla certificazione sulla parità di genere, visita la pagina Certificazioni.
Per richiedere una consulenza in comunicazione inclusiva, visita il sito di Mug Agency.